Coritiba 2007/2008

giovedì 15 novembre 2007

STRANOCALCIO:Socrates,trionfi senza vittorie.

«E' stato molto più veloce di quanto mi aspettassi. In Brasile, ancora adesso, il gioco non è così rapido».
Niente di strano per un cinquantenne. Ancora meno se il cinquantenne è chi veloce non è stato neppure a 25 anni quando ha esordito nella Nazionale brasiliana «E' stato molto più veloce di quanto mi aspettassi. In Brasile, ancora adesso, il gioco non è così rapido».
La sorpresa è dell'ex capitano del Brasile, che commenta il suo ritorno in un campo da calcio, 14 anni dopo il suo ritiro, nel match tra i dilettanti del Garforth Town e quelli del Tadcaster United. Niente di strano per un cinquantenne. Ancora meno se il cinquantenne è Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira. In una parola Socrates, che veloce non è mai stato. Neppure a 25 anni quando ha esordito nella Nazionale brasiliana.
«Ma nel campo da calcio», come ha sempre amato ricordare Nils Liedholm, «il più veloce di tutti, che non suda e non si stanca è il pallone: basta far correre lui». Ci vuole intelligenza. Come quella mostrata da Socrates per spiegare il suo "marchio di fabbrica": il colpo di tacco. Una giocata raffinata e spettacolare che con lui è stata elevata dal rango di colpo per la platea a vero strumento di lavoro. «Per uno come me alto un metro e novantadue, l'unico modo per nascondere la lentezza dei movimenti negli spazi brevi è quello: invece di girarsi e colpire di piatto, meglio farlo direttamente col tacco». Chi ha provato ad imitarlo non ha avuto uguale successo. Se un giorno verrà costruito in laboratorio o al computer il calciatore "geneticamente copiato", con tutti i talenti dei più grandi campioni, il colpo di tacco non potrà che essere quello dell'ex numero 8 del Corinthians.
Nonostante non abbia mai sollevato un trofeo, Socrates è stato uno dei capitani più brillanti della storia del Brasile: in sessanta presenze ha totalizzato ben venticinque gol. Quasi uno ogni due partite. Una buona media per un attaccante, eccezionale per un centrocampista. Una dote che, anche nella deludente stagione 1984-85 (l’unica disputata all’estero), gli consente di andare in rete cinque volte con la maglia della Fiorentina. La contemporanea presenza in campo di Eraldo Pecci, altro regista non proprio veloce, e l’impossibilità di svolgere attività politica fuori dal campo, le chiavi dell’insuccesso. Perché più ancora dell'eleganza, della tecnica, del fiuto del gol, quel che ha reso Socrates un punto di riferimento per i compagni e il calcio brasiliano è sempre stato il suo carisma. Che ne ha fatto l’icona della “rivoluzione corinthiana”: socialismo e solidarietà applicati al calcio, e poi dal calcio alla società civile. Leader naturale, in una squadra, come il Brasile 82, che di leader ne aveva parecchi da Zico a Junior, da Falcao a Toninho Cerezo, da Oscar a Eder. Un insieme unico di fuoriclasse che non ha vinto nulla ma che, ancora oggi, è ricordato in patria come il «Brasile più spettacolare di sempre», alla pari con quello che in Messico nel 1970 vinse il terzo titolo mondiale per i verdeoro. E con quella squadra Socrates verrà sempre identificato, anche dopo il ritiro dal calcio professionistico, avvenuto con la maglia del Santos nel 1990.
A quattordici anni di distanza, solo a un presidente appassionato ed eccentrico come Simon Clifford, poteva venire in mente di accostare i colori giallo e blu della divisa del Garforth Town Football club a quelli del Brasile 82 e chiedere al giocatore simbolo di quella squadra di scendere nuovamente in campo. Non al Sarrià ma a Wheatley Park. Sorprendentemente Socrates ha accettato con entusiasmo. Pari al freddo patito in panchina, dove, protetto da una termocoperta e da una cuffia di lana, ha atteso di entrare in campo, con la maglia numero 6 indossata da quasi metà dei tremila spettatori presenti, per giocare venti minuti contro il Tadcaster United e uscire col mal di testa: «Troppo freddo per giocare a calcio». Niente a che vedere col football samba, più col dopolavoro. Ma il ricordo dello spettacolo di vent’anni prima era troppo vivo in tutti per negarsi il piacere di una gita a Whatley Park per salutare uno dei giocatori più eleganti della storia del calcio.
Scheda
Nato il 19 Febbraio 1954
Ruolo: centrocampista
Nei club:
Botafogo, Corinthians, Fiorentina (Italia), Flamengo e Santos.
In Nazionale:
60 presenze 25 golPartecipazioni ai Mondiali1982 e 1986
Titoli vinti:
3 campionati di San Paolo1 campionato di Rio

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